Moda e sostenibilità.  La transizione "green"

Moda e sostenibilità. La transizione "green"

Il mondo sta diventando più eco-consapevole e non si è mai cosi tanto propensi a parlarne come negli ultimi tempi. Le persone non si accontentano più ad indossare abiti belli esteticamente, ma cominciano ad interrogarsi sulla loro origine e sulla loro produzione, se i loro processi siano, e in che misura, impattanti sul pianeta, se le condizioni lavorative siano idonee per i lavoratori.

In sostanza, se la moda realizzata è etica e rispettosa per l'ambiente. L'industria della moda produce tra il 4% e il 15% delle emissioni globali di CO2. Consuma e inquina. Mentre il 70% dei tessuti è fatto di derivati del petrolio (soprattutto poliestere), poco riciclati (1%). Senza contare le microplastiche. 

Per molti è una sorpresa sapere che la maggior parte dei vestiti siano in realtà fatti di plastica, creando un disastro microplastico in divenire. Un cambiamento è drammaticamente necessario, dunque, ma questo richiederà all'industria della moda di lavorare più duramente per abbracciare quella che è nota come economia circolare. In tal proposito, qualcosa sta già  cambiando velocemente, anche grazie alle scelte più green dei consumatori, delle aziende e delle innovative start up.

Dal punto di vista ambientale la moda sostenibile comprende l’uso di materiali e componenti riciclati e l’uso attento delle risorse naturali come l’acqua, la terra, le piante e gli animali. Si impegna a lavorare con materie prime meno inquinanti, riduzione degli sprechi nella produzione come i costi di acqua ed elettricità e produrre parti durevoli, stimolando il consumo consapevole. La moda sostenibile ha sviluppato la ricerca verso nuovi materiali derivati da scarti vegetali come ananas e arance, sono nate collezioni realizzate con tessuti ecologici, spesso recuperati dalla tradizione, derivati da fibre di ortica, ginestra, canapa, bamboo e molte altre. Si sta diffondendo inoltre l’utilizzo di tessuti derivati dal riciclo di materiali particolarmente inquinanti come la plastica. La moda sostenibile utilizza coloranti a basso impatto, privi di sostanze cancerogene e dannosa per la nostra salute. Lo sfruttamento e il maltrattamento degli animali per la produzione di lana, pelli, pellicce, avorio e tutti i derivati sono banditi in favore di soluzioni alternative e cruelty free.

Da una prospettiva socio-economica i marchi che si definiscono parte della moda sostenibile hanno la responsabilità di mantenere condizioni di lavoro etiche per i lavoratori sul campo, in fabbrica e in ufficio, compreso il rispetto delle migliori pratiche e dei codici di condotta applicabili. 

A pochi anni dal termine fissato per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030, anche i brand di lusso stanno impegnando molte energie nell'impartire una svolta green alle loro collezioni. Tra questi, due famosissimi marchi (Gucci e Chopard) hanno anche ricevuto l’Eco-Age-Brandmark*, un importante riconoscimento per il loro impegno verso la sostenibilità. (*Il GCCBrandmark® è garante di eccellenza sostenibile e viene assegnato quando sono soddisfatti gli standard sociali ed etici di riferimento per un prodotto o una collezione»). E ancora, precursori di tendenze e mode, attori, cantanti, modelli e affini sfruttano la loro visibilità e la loro presenza sui social network per promuovere giuste cause.

Anche acquistare prodotti di moda certificati equivale a salvaguardare la salute del nostro pianeta, quella di noi esseri umani e di tutte le creature viventi. Non è però semplice non farsi sedurre dall'industria "moda veloce". Il fast fashion è un settore della moda che prevede di realizzare abiti di scarsa qualità a prezzi molto vantaggiosi con collezioni frequenti per far diventare i capi desueti e spingere il consumatore a continuare a comprare. Bello no? Vestiti nuovi sempre a prezzi bassissimi! Si. Fino a quando non iniziamo a interrogarci sull’eticità e sostenibilità del fenomeno, che non è in alcun modo sostenibile.

 La partita tra futuro e fast fashion sembra essere appena cominciata. Come tutte le grandi rivoluzioni però, bisogna muoverla e sostenerla dal basso. È importantissimo infatti che ognuno di noi dia il proprio contributo.

La moda sostenibile mira al raggiungimento di un rapporto armonioso con l’ambiente e con le persone, ma non solo, ad essere essenziali sono anche i progetti umanitari che puntano ad incentivare lo sviluppo economico, soprattutto in quelle parti del mondo ancora oggi sottosviluppate o in via di sviluppo. Adattarsi al nuovo modello sostenibile può essere impegnativo, ma esiste anche un ampio potenziale di crescita. Crediamo fermamente che una pratica commerciale più ecologica e rispettosa dell'ambiente non sia importante solo per il pianeta, ma anche per il futuro successo di un'azienda (oltre che di tutti noi!).

 

 

 

 

 

 

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